Vecchie conoscenze

vecchie conoscenze

L’ombra esotica di una spiaggia isolana mi ha regalato questa estate l’ultima avventura di Rocco Schiavone, vicequestore di Aosta. Ho assaporato il nuovo romanzo di Antonio Manzini un sorso dopo l’altro, senza riuscire a fermarmi sino alle ultime righe: «Non siamo amici, non lo siamo mai stati, e forse non lo saremo mai. Lavoriamo insieme, a volte ci avviciniamo, poi ci allontaniamo, come branchi di pesci in mezzo all’oceano. Ma la sapete la cosa strana? Mi siete rimasti solo voi. Per quanto sia dura e difficile ammetterlo, non ho altri che voi…».

I “non amici” sono appunto le “vecchie conoscenze” del Vicequestore, romanaccio incallito dal fiuto infallibile, che non si abitua alla gelida Aosta. Così come le sue mitiche Clarks, perennemente inzuppate dalla neve.

C’è la squadra di Rocco: Domenico D’Intino, combinaguai professionista, Michele Deruta, panettiere di notte, Italo, opaco e forse perso per sempre. E poi ci sono gli amici di sempre ai confini della legge, Brizio, Furio e Sebastiano, che ricompare dal nulla, dopo essersi inabissato per un bel po’ di tempo nella sua caccia segreta al carnefice della giovane moglie.

Ricompare anche la ex Caterina, che rivela a Schiavone la cruda verità sul suo amico fraterno: «… Sebastiano Cecchetti era nella banda di Mastrodomenico, da sempre». Rocco si alza in piedi, ha le gambe molli e le mani tremanti. Sebastiano, il suo amico, era nella banda che ha ucciso sua moglie, la sua Marina. E gliel’aveva tenuto nascosto.

Poi c’è Sara, con cui Schiavone non riesce a lasciarsi andare: «Vuoi che ti dica una bugia? Che è solo un momento, poi tutto passa? Vuoi che ti dica che non vedo l’ora di andare a fare una vacanza con te su un’isola dei Caraibi? Che vorrei vivere con te? Dividere i giorni e le gioie e i dolori? Vuoi che ti dica questo?».

Sullo sfondo l’ennesimo giallo. È morta nel suo appartamento Sofia Martinet, colpita alla testa con un oggetto pesante. Unici indizi una «J» ripetuta nella sua agenda e una striscia pallida attorno a un dito, segno di un anello sempre portato e rimosso a freddo dal cadavere. Sui settant’anni, una casa piena di preziosi libri antichi, un nome celebre come storica dell’arte, specialista in Leonardo da Vinci. Tutti gli elementi indicano un solo colpevole: movente, tempi, luogo, tracce materiali e informatiche, psicologia. Ma Schiavone non ci crede, a pelle.

La nuova indagine s’intreccia a filo doppio con la solita, vecchia storia, quella dei fratelli Baiocchi, della banda di Mastrodomenico, di Sebastiano Cecchetti e della sua giovane moglie, della morte di Marina. Ma in Vecchie conoscenze tutto si svela e si chiudono i conti col passato. “Rocco chiuse a chiave la porta dell’ufficio e si sedette alla scrivania a guardare i monti pieni di neve e il cielo di piombo. Lui lo sapeva, ci sono dei giorni in cui si percepisce che un pezzo della nostra vita se n’è andato, e seppelliamo la nostra faccia di una volta perché non ci appartiene più. La faccia, quella ce la disegna il tempo, ogni ruga per ogni sorriso strappato, le diottrie in meno per ogni riga che non volevamo leggere, i capelli abbandonati chissà dove insieme al loro colore, e quello che vediamo spesso non ci piace, ma è soltanto l’inizio di un nuovo episodio della nostra esistenza”.

Ora a Schiavone resta solo il presente.

 

Sellerio, pp. 416

LIBRO 15 euro

E-BOOK 9,99 euro

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