Cammini di consapevolezza

L’arte della mindfulness on the road

«Quando pratichiamo la meditazione camminata, arriviamo in ogni momento. La nostra vera casa è nel momento presente. Quando entriamo profondamente nel momento presente, i nostri rimpianti e dolori scompaiono e scopriamo la vita con tutte le sue meraviglie. Inspirando, diciamo a noi stessi, sono arrivato. Espirando, diciamo, sono a casa. Quando lo facciamo, superiamo la dispersione e viviamo pacificamente nel momento presente, che è l’unico momento in cui possiamo essere vivi».

Il maestro Zen Thich Nhất Hạnh riassume attraverso queste potenti immagini il vero valore della meditazione di mindfulness: ricentrarsi sull’esperienza dell’adesso, di cui spesso ci si dimentica. Una pratica efficace, adottata da milioni di persone come rimedio contro lo stress e l’infelicità delle “vite di corsa” nelle quali la velocizzazione ha paradossalmente tolto tempo per se stessi.

Il volume della psicologa e psicoterapeuta Maria Beatrice Toro, pagina dopo pagina, traccia il nesso causale tra equilibrio interiore e salute fisica. Ma come trovare questa corrispondenza?  Riscoprendo in sé «un cuore da viaggiatore: aperto a tutto, attaccato a nulla […] Se i desideri, i sogni, le utopie servono ad andare avanti e a camminare, la pratica di consapevolezza serve, allora, a prendersi cura non solo del perché camminiamo, ma, piuttosto, del modo in cui camminiamo.  E del modo in cui riposiamo».

Considerando l’assunzione della postura eretta come la chiave di volta dell’evoluzione umana e della la ricerca del Sé e del divino, troviamo spiegate le principali meditazioni dinamiche – camminata vipassana, camminata zen, esercizi di yoga in cui cammino e respirazione sono abbinati, camminata wuwei – e per ogni tecnica vengono date istruzioni semplici per la pratica in autonomia. Perché chi ha detto che per essere mindful bisogna necessariamente tenere gli occhi chiusi tutto il tempo? «Praticare mindfulness significa, tuttavia, niente più che “essere nel presente intenzionalmente” e, se vogliamo farlo camminando, gli occhi possono anche essere bene aperti, attenti ai dettagli visivi del mondo che ci scorre davanti. Non ritiriamo la nostra attenzione dal mondo esterno nella stessa misura in cui lo facciamo quando facciamo le pratiche sedute».

Meditare camminando aiuta a concentrarsi, combatte la noia, è salutare e si può fare praticamente sempre. Si può camminare in casa, per raggiungere l’automobile o la fermata dell’autobus, per andare a fare la spesa. La camminata meditativa include praticamente tutto, dai pellegrinaggi alla passeggiata con il cane («interattiva e flessibile», che merita nel libro un capitolo a sé), fino alle pratiche sportive come il Nordic Walking e il Mindful Running.

Sul sentiero della mindfulness, accanto alla consapevolezza si ergono altri “pilastri” (nella definizione di Jon Kabat-Zinn, fondatore della prima Clinica per la riduzione dello stress basata sulla coltivazione della Consapevolezza e ideatore del programma MBSR – Mindfulness-based stress reduction): non giudizio, accettazione e fiducia. Perché «è difficile, se non impossibile, sederci, o camminare in uno stato di assoluta presenza, se siamo pieni di rabbia o iper-coinvolti in una relazione, in una competizione, in una lotta per il potere». Soprattutto, alla fine di ogni percorso occorrerà chiedersi: «Dov’è la mia mente»? E ristabilire la consapevolezza. «Ogni volta che lungo il percorso ti accorgi che la tua mente vaga dal punto focale, va bene. Va bene così. Meditare è un accorgersi e un tornare».

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Cammini di consapevolezza. L’arte della mindfulness on the road

Maria Beatrice Toro

Morellini Editore e Yoga Journal

Pagine 144, € 13,90