L’incertezza è zen

«Tutto quello che gli altri buttano via, lo zen lo utilizza». Mai citazione fu più azzeccata di questo detto zen: la pandemia, una volta di più, ci ha insegnato che coltivare l’incertezza, assaporarne le sfumature e trasformarla in resilienza, in uno strumento positivo di crescita e di miglioramento delle nostre vite, è alla portata di tutti. Perché il presente, spesso, fa male.

Un monaco, un giorno, chiese al maestro zen Jōshū: ≪Gli uomini si agitano e non comprendono cosa li agiti. E a causa del flusso incompreso della mente, vero≫? Jōshū disse: ≪È cosi≫. ≪Ma come uscire se si è nel flusso≫? Jōshū disse: ≪Ignorandolo≫.

Il maestro buddista Jōshū Jūshin (in giapponese), Chao-chou Ts’ung-shen (in cinese), vissuto probabilmente tra il 778 e l’897, era conosciuto per i suoi paradossi. Ma oggi come allora la questione è sempre in primo piano nelle nostre vite, la mente fa e disfa. E a volte ci travolge.  “La tua vita inizia dove finisce la tua zona di comfort”, dice Neale Donald Walsch, attore, sceneggiatore e relatore che da diversi anni conduce una popolarissima trasmissione radiofonica dell’Oregon ed è diventato famoso con la trilogia di Conversazioni con Dio, un caso editoriale mondiale tradotto in più di 30 lingue.

Nella zona di comfort tutto ci è familiare e ci sentiamo in grado di gestire qualsiasi situazione, per cui tendiamo a tenere fuori persone ed eventi che possono mettere a repentaglio la nostra stabilità. Una specie di gabbia, che da un lato ci fa sentire protetti, ma dall’altro ci incatena a una serie di schemi, convinzioni e abitudini che non ci permettono di esprimere il nostro vero potenziale.

Uscire dalla zona di comfort vuol dire trovarci nella condizione ottimale di apprendimento, quella in cui siamo capaci di imparare cose nuove, di migliorare, di superare i nostri limiti. Lo stress in questo caso è funzionale a migliorare le nostre prestazioni. È la situazione in cui si trova l’atleta prima di una gara, un candidato prima colloquio di lavoro, uno studente prima di un esame. Lucido, concentrato, focalizzato sull’obiettivo. Qui e ora.

La capacità di scegliere la nostra risposta di fronte alle circostanze sempre diverse e non necessariamente piacevoli, il fatto di cercarla dentro di noi, di agire anziché adottare un atteggiamento reattivo vuol dire assumersi la responsabilità di se stessi e delle proprie scelte: è il momento in cui possiamo cambiare qualsiasi cosa nella nostra vita.

In altre parole, quelle del maestro Tetsugen Serra, si potrebbe dire: “Non considerare mai definito il tuo punto di vista”. L’ideatore del portale di alta divulgazione Dharma Academy ci conduce, pagina dopo pagina, ad affrontare l’incertezza nei diversi ambiti della nostra vita – le relazioni, l’amore, la malattia, il lavoro – illuminando la concretezza della nostra quotidianità con una sapienza naturale e profonda. “Per avere consapevolezza della nostra vita dobbiamo ascoltare ciò che della vita rimane ancora non detto. Se non riusciamo a sentire il silenzio e a essere resilienti nel silenzio, non sappiamo come far fronte all’incertezza”. Perché intorno all’incertezza esiste una verità inossidabile: “Non c’è la strada, c’è la tua strada”.

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L’incertezza è zen

Maestro Tetsungen Serra

Enrico Damiani Editore, pp. 208 € 16