Rol, l’uomo oltre l’uomo

Lo spirito intelligente e la coscienza sublime. Le guarigioni e le carte. La bilocazione e la perdita di peso.

Famiglia, infanzia, giovinezza. Vita quotidiana e malinconie. La guerra, il testamento spirituale e i fenomeni post mortem. Questo e molto altro nel nuovo libro di Paola Giovetti, che Anselma Dell’Olio ha definito “il ritratto più completo fatto fino a oggi dello straordinario sensitivo Gustavo Adolfo Rol”.

Un coinvolgente resoconto della vicenda umana e spirituale del grande medium, arricchito da 50 fotografie e realizzato grazie a tante testimonianze e alla possibilità di accedere a un prezioso fondo inedito di documenti personali presso l’Archivio della Città di Torino: centinaia di lettere, agende, diari scritti a mano e altri documenti, addirittura un dattiloscritto inedito.

Paola Giovetti, divulgatrice e autrice di oltre 40 libri su esoterismo, mistica, spiritualità e paranormale, e direttrice della rivista Luce e Ombra, dedicata alla ricerca psichica, scorre l’infanzia, l’adolescenza e la scolarizzazione travagliata di Rol, il lavoro bancario sofferto all’estero, per poca inclinazione e perché lo obbligava a stare lontano dagli affetti, le difficoltà per arrivare al matrimonio, le crisi esistenziali legate alla sua specialissima condizione. Oltre al fatto che l’autrice ha conosciuto Rol personalmente, alto, distinto, elegante, colto, molto cordiale e profondamente credente com’era. E ha assistito alle sue stupefacenti “possibilità”, fenomeni incredibili che andavano oltre le leggi della fisica, che non si attivavano a comando ma avevano bisogno di un ambiente sereno e armonico per potersi manifestare. Quando ha incontrato Rol, alla fine degli anni Settanta, è stata subito testimone e co-agente dei suoi poteri: “Mi colpi più di tutto, come uomo, la sua gentilezza, simpatia, sicurezza di sé, signorilità, anche galanteria. Poi, naturalmente, quando si passava agli esperimenti, lo stupore non aveva fine. Lui operava in piena luce, senza trance, senza toccare il materiale, coinvolgendo i presenti in ciò che si produceva. Tutto avveniva velocemente, senza esitazioni, con apparente grande facilità, come se si trattasse di un gioco da ragazzi: e invece succedeva di tutto!”.

Le lettere inedite pubblicate in questo racconto accendono anche un faro sulla sua opera infaticabile e silenziosa in aiuto degli altri, amici e sconosciuti, e sulle sue grandi amicizie con Fellini (che si definiva “il tuo sprovveduto allievo”, “il tuo incespicante apprendista stregone”), Zeffirelli, Rota, Gassman e tanti noti personaggi che partecipavano alle sue celebri serate, medici, industriali, giornalisti, scrittori, artisti e studiosi di parapsicologia. Paola, che ruolo hanno avuto nella sua storia di uomo e di sensitivo la discrezione, la rinuncia all’orgoglio, al denaro e all’ambizione?

Rol ha sempre detto che solo rinunciando al denaro, all’ambizione, all’orgoglio poteva fare quello che faceva. Infatti non chiese mai una lira per i suoi esperimenti, non volle mai apparire, non andò mai in TV o a congressi, non tenne conferenze, aiutò sempre tutti con grande disponibilità Questo era lo stile di vita, quello al quale erano legati – diceva – i suoi “poteri”.

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Il rapporto difficile con il padre, la condizione di “figlio mai compreso” e la nostalgia della famiglia quanto hanno pesato sulle scelte e nello sviluppo di una personalità così “speciale” e “diversa”?

Credo che gli anni difficili come impiegato di banca all’estero, lontano dalla sua città e dalla sua famiglia, siano stati di notevole sofferenza ma gli abbiano consentito di sviluppare la sua personalità e di divenire quello che è divenuto. Vivendo per anni da solo, imparò a conoscersi: fu allora che si accorse di quello che poteva fare e che visse la famosa esperienza di “risveglio” che improntò poi tutta la sua vita”.

A soli 11 anni Rol raggiunge una consapevolezza sconcertante attraverso un flash preveggente: «Io sarò un vecchio fra i giovani, quando son giovane, e un vecchio tutto solo quando sarò vecchio». Più avanti, ormai giovane adulto, l’incontro con un misterioso personaggio a Marsiglia e una curiosità, solo apparentemente fortuita, sono alla base della rivelazione, la svolta determinante verso le “possibilità”. Rol ne ha subito paura («una tremenda legge…»), ma anche in età più matura, ha effettivamente accettato i suoi poteri? Li ha compresi sino in fondo? Di fatto non ha mai voluto essere definito medium, veggente o sensitivo e ha sofferto per una parte della sua vita la sua condizione di “diverso”. In una lettera del 9 aprile 1970 all’architetto e parapsicologo Giorgio di Simone di Napoli, scrive: «A me, che ho battuto una via tanto differente, la fatica è stata, glielo confesso, tremenda e solitaria. Per quanto le mie odierne possibilità giustifichino tanto travaglio, non mi sentirei mai di augurare ad un figlio o ad un amico un simile destino; è vero che la contropartita è meravigliosa, però saprebbe chiunque accettare l’annullamento della propria personalità?».

La vita di Rol è stata difficile in quanto era solo: la sua unicità lo rendeva tale. E anche se sempre circondato da persone, sempre ricercato e amato, sempre al centro dell’interesse e dell’ammirazione di tanti, dentro di sé era un uomo solo che doveva fare i conti col suo insolito destino”.

Perché il colore verde è centrale e tiene insieme tutti gli altri? E perché proprio il numero 5?

Il verde, il 5… elementi che Rol chiamava in causa per cercare di spiegare quel momento magico in cui l’incredibile avveniva. In realtà erano elementi che valevano solo per lui. Il verde e il 5 sono elementi centrali, rispettivamente dell’arcobaleno e dei numeri di base, quelli dall’1 al 9. Rol diceva di visualizzare una grande superficie verde, di appellarsi al numero 5 – e tutto avveniva. Qualcuno ha anche riferito di avergli sentito esclamare, nel momento clou dell’esperimento, in francese: «Je suis le numero cinq». A me non è mai capitato e credo che questo avvenisse soprattutto i primi tempi. Immagino che questi elementi lo aiutassero a raggiungere lo stato d’animo giusto”.

Il tipico modo di operare di Rol elegge come fondamentale il ruolo delle carte, chiarissime e non confutabili, la distanza fisica dall’esperimento e da tutto ciò che ne fa parte, il ruolo attivo e decisivo di chi assiste. Secondo lei, esperta in angelologia, i poteri psichici di Rol erano supportati da entità spirituali?

“Possibile, ma non saprei dire. Lui si appellava allo spirito intelligente, suo, dei presenti e di chi viveva nell’aldilà, per spiegare ciò che avveniva”.

Come ha vissuto il suo quotidiano un uomo così speciale. E come ha vissuto l’Amore?

Nella vita quotidiana Rol era assolutamente normale, cosa che lui ricordava sempre. Aveva sempre lavorato, quando l’ho conosciuto non aveva più il negozio di antiquariato e la sua attività era la pittura. Amava la socialità, aveva tanti amici, frequentava volentieri buoni ristoranti, andava in vacanza, faceva visite, andava negli ospedali a occuparsi dei malati. Diceva di essere goloso, pigro e ‘birichino’. Ha voluto molto bene a sua moglie e l’ha sempre protetta e custodita, però si sa che ha avuto delle “distrazioni” e non si è negato altri incontri. Come molti, come una persona assolutamente normale”.

Una serie di fenomeni post mortem dimostrerebbero che lo spirito intelligente di Rol sarebbe ancora operante sulla terra «come una fotocopia della scheda segnaletica personale, comprendente funzioni e pensiero, dell’individuo». A questo proposito, è interessante anche il legame con lo spirito intelligente di Napoleone…

Rol ha sempre avuto una grande ammirazione per la figura di Napoleone e negli anni raccolse una straordinaria collezione di cimeli napoleonici. Si sa che a volte si appellava allo ‘spirito intelligente’ di Napoleone per risolvere certe situazioni. Ne ho trovato tracce nelle lettere che ho potuto consultare in Archivio”.

Kundalini e coscienza sublime: ci spiega il parallelo nella visione del grande sensitivo?

Il risveglio improvviso e spontaneo della kundalini, la misteriosa energia che dorme in ognuno di noi e che gli orientali cercano di destare con pratiche meditative intense, è molto probabilmente responsabile di ciò che Rol divenne e fu. La coscienza sublime è lo stato d’animo che Rol era in grado di richiamare quando produceva la sua fenomenologia, reso possibile appunto dal risveglio della kundalini”.

Rol è celebre per i suoi esperimenti, a cui hanno assistito negli anni molti testimoni. Una cinquantina di fenomeni diversi, tra cui chiaroveggenza, bilocazione, viaggi nel tempo, plasticità del corpo, visione dell’aura, scrittura automatica, sogni, carte, disegni, scritte. Perché Rol non lasciava documenti dei suoi prodigi né dei quadri che realizzava durante le sedute?

“Qualcosa si è salvato, esistono quadri ottenuti da Rol nel corso dei suoi esperimenti che sono ancora in possesso delle persone a cui furono donati. Pochi, ma ci sono. A me fu detto che distruggeva quei quadri nello stile dei loro presunti autori perché non ne venisse fatto un mercato. Non permetteva fotografie, né tantomeno video, perché certamente sapeva che non avrebbero convinto nessuno dei suoi critici, i quali avrebbero comunque pensato a qualche trucco. Almeno questa è la mia opinione”.

Il suo testamento spirituale?

“Lui rimandava sempre alla dimensione spirituale, non attribuiva niente a se stesso. Questo penso sia il suo insegnamento più importante e autentico”.

In fondo, chi è stato (è) veramente Gustavo Adolfo Rol?

Credo che Rol abbia continuato a chiederselo per tutta la vita. Certamente un iniziato, una di quelle rare personalità che conoscono segreti che altri non sanno e che periodicamente vengono inviate sulla terra per aprire gli occhi agli uomini”.

Un iniziato, che a soli 28 scrive a mano in un suo diario (1931): «C’è una voce che parla in me, che mi ha parlato sempre e mi dice tante cose: tutto ciò che io voglio, debbo e che anche non vorrei sapere. È come la voce di un grande amico: l’unico amico d’altronde che io abbia mai avuto nella mia vita, perché non ho mai avuto amici. C’è sempre stata la vita a segregarmi dagli altri uomini: forse io non comprendo la vita o sono gli uomini a non comprendere me. Io amo intensamente tutto ciò che è passato e tutto ciò che deve avvenire, perché le cose del passato non cambiano più e quelle dell’avvenire non sono ancora corrotte. Così io sono tutto solo su questo ponte gettato fra le due età e mi sembra quasi di trovarmi di fronte all’universo. Forse questa sensazione la provano tutti gli uomini subito dopo la loro morte: quando hanno cessato di appartenere al passato e diventano attori di una vita futura. Potrebbe darsi che sia questo il temuto momento del “cospetto di Dio”».

 

INFO EDITORIALI

Gustavo Adolfo Rol

L’uomo oltre l’uomo

 

Edizioni mediterranee, pp. 200 € 23,50